Improvvisazione

Giornata caldissima in spiaggia, c’è chi dice che siamo già a 35 gradi alle nove di mattina. 

Arriva una coppia con due bambini e si posiziona sotto l’ombrellone. Genitori visibilmente stanchi, per potersi godere il mare, tra i preparativi della mattina, la spesa, il pranzo per i figli, la loro giornata è iniziata da parecchio.

Sistemano, mettono la crema protettiva, posizionano i giochi all’ombra e tentano di sedersi esausti. I bambini di 4 e 7 anni iniziano a chiamare. Prima uno, poi l’altro, un piagnucolio, un capriccio, una richiesta di attenzione per un gioco, non c’è nulla che li accontenti, poi iniziano a litigare. 

All’ennesimo “mamma – papà” lei ha uno scatto d’impazienza e parte con un rimprovero. Il piccolo inizia a piangere disperato. 

Nel mio immaginario faccio delle ipotesi:

1. partono di rimproveri governati dalla più che giustificata esasperazione
2. i genitori si siedono vicino ai bimbi e cercano di giocare per farli stare buoni
3. i genitori iniziano a discutere sul come gestire la cosa.

Mentre elaboro i miei pensieri sulla possibile evoluzione, nella piena empatia del grande fardello che quei due stanno portando,  loro si guardano, si scambiano delle espressioni di complicità, si alzano di scatto prendendo un figlio per uno in braccio e iniziano a correre verso il mare ridendo “in acqua, in acqua” e arrivati al bagnasciuga fanno finta di lanciarli strappando una risata ai figli.

Oggi ho incontrato due giganti!